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Classificazione dei tetti: funzione, elementi e tipologie

10/19/2022

Come elemento architettonico di un edificio, il tetto non ha bisogno di presentazioni, ne costituisce la parte superiore, restando a contatto con l’esterno e fungendo da barriera.

Anche le sue funzioni sono quasi scontate, ma è bene ricordare le principali, ovvero la protezione dell’intera costruzione dall’umidità, il contenimento della dispersione termica e la difesa della struttura dalle intemperie e dagli animali.

Come è fatto un tetto?

Visti dall’esterno i tetti possono sembrare semplici ammassi di tegole ma, in realtà, per assolvere ai propri doveri, un tetto si compone di diverse parti e strati, ognuno dei quali svolge una funzione particolare.

I singoli strati si differenziano a seconda della tipologia di tetto, ma le due parti sempre presenti e fondamentali sono:

  • la struttura portante: quella che sostiene il peso del manto impermeabile e quello di pioggia e neve, eventualmente presenti,
  • il manto impermeabile: quello che impedisce a pioggia ed a neve di permeare nella struttura e che, come vedremo, può essere continuo o discontinuo.

Classificazione delle varie tipologie di tetto

I tipi di tetto tra cui scegliere sono numerosi ed è possibile effettuare una classificazione degli stessi in base a diversi criteri. 

Come stiamo per illustrare, la classificazione per forma è quella più popolare, anche se spesso il comportamento termoigrometrico, l’accessibilità e la destinazione d’uso vengono tenuti in grande considerazione.

Classificazione in base alla forma

La forma è la caratteristica di un tetto più evidente anche a un occhio poco attento. Ecco le principali forme dei tetti:

  • Tetti piani: anche detti coperture planari orizzontali, i tetti appartengono a questa categoria quando hanno una pendenza inferiore al 5%. Questi tetti, spesso, sono classificati anche per livello di accessibilità, in quanto, se totalmente piatti, possono ospitare terrazzi o trasformarsi in incantevoli tetti verdi
  • Tetti a falde: anche detti coperture planari inclinate, hanno una pendenza superiore ai 4°. Si compongono di facce piane inclinate, dette falde o spioventi, sorrette da una struttura portante.
    La reale pendenza delle falde è molto variabile, in base alla zona climatica dell’edificio, e può andare dal 10% fino al 200%. Quasi sempre sono presenti tegole in cemento o in terracotta per facilitare lo scolo dell’acqua.
  • Tetti curvi: detti anche coperture curve, non presentano un andamento rettilineo, ma curvo e sinuoso, per l’appunto. Rispetto ai tetti a falde non presentano la linea di colmo, ovvero la linea posta alla massima altezza del tetto, che divide i due spioventi.

Classificazione in base al comportamento termoigrometrico

Secondo questa classificazione, i tetti si classificano in base alla loro capacità di mantenere l’edificio isolato termicamente e ventilato.

I tetti isolati sono dotati di elementi termoisolanti, mentre quelli ventilati si distinguono per la presenza di un’intercapedine per la ventilazione.

Secondo questo criterio, dunque, possiamo avere:

  • Tetti caldi: sono dotati di uno strato isolante inserito tra il manto impermeabile e la struttura portante.
  • Tetti freddi: si tratta di tetti non dotati di alcun isolamento termico, in quanto l’elemento da isolare è l’ultima soletta, sottostate il tetto stesso.
  • Tetti ventilati: come variante dei tetti caldi, essi sono dotati di uno strato isolante posizionato sopra l’ultimo solaio e coibentato. Migliorano l’isolamento termico in quanto prevengono la formazione di condensa, permettendo al vapore acqueo di evaporare dal tetto. 
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Classificazione in base alla destinazione d’uso

Dal grado di isolamento e ventilazione di cui è dotato un tetto dipenderà la destinazione d’uso del sottotetto o dell’intero edificio… O viceversa. In altre parole, se si progetta un sottotetto non abitabile, il tetto potrà essere freddo, a patto che l’isolante venga inserito nella soletta sottostante, mentre per una mansarda abitabile, il tetto dovrà essere caldo e ventilato.

Andando oltre il concetto di tetto per abitazioni civili, si possono distinguere anche tetti per edifici industriali, commerciali o sportivi, con caratteristiche peculiari. 

Classificazione per grado di accessibilità

Quando si parla di tetti accessibili, si pensa immediatamente ai tetti piani e, in effetti, le altre tipologie appartengono a quelli accessibili solo per manutenzione.

Quelli piani, invece, si distinguono in:

  • Accessibili solo per manutenzione del tetto stesso
  • Accessibili per manutenzione del tetto o degli impianti
  • Accessibili ai pedoni
  • Accessibili a veicoli leggeri
  • Accessibili a veicoli pesanti
  • Accessibile con possibilità di realizzare giardini pensili.

Classificazione in base alla continuità dello strato impermeabile

La presenza di guaine di copertura continue o discontinue distingue i tetti in due categorie che richiamano anche la distinzione in base alla forma.

Le coperture continue, infatti, sono possibili per tetti piani o curvi, mentre sono inapplicabili su tetti a falde, dove, invece, vengono applicate tegole per favorire il defluire dell’acqua.

Anche se i diversi criteri di classificazione dei tetti possono sembrare scollegati tra loro, in realtà, non è così: come abbiamo visto, infatti, da una caratteristica di un tetto, possono dipenderne altre.

Così, ad esempio, un tetto piatto avrà un grado di accessibilità superiore, una maggiore continuità del manto impermeabile e, molto probabilmente, sarà un tetto caldo.

Al contrario, un tetto a falde potrà sovrastare una mansarda abitabile solo se risulterà caldo e ventilato, non sarà accessibile, se non per la manutenzione, e avrà un manto impermeabile di tipo discontinuo, con applicazione di coppi di vari materiali.

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