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Ristrutturazione: qual è la miglior tipologia di pavimento per l’impianto radiante?

11/23/2021

Ormai è risaputo come il riscaldamento radiante a pavimento sia quello che garantisce prestazioni energetiche migliori, oltre ad assicurare un comfort abitativo senza eguali.

Se per una nuova costruzione non ci sono dubbi in merito, in una ristrutturazione occorre fare delle valutazioni importanti in fatto di smantellamento del vecchio e rifacimento del nuovo pavimento, non ultima quella sulla scelta dei materiali di rivestimento.

Ecco tutto quello che c’è da sapere prima di scegliere la tipologia di pavimento di copertura per l’impianto di riscaldamento radiante.

Come funziona il sistema radiante a bassa temperatura

Prima di affrontare il discorso dei pavimenti migliori da preferire in caso di impianto a riscaldamento radiante a pavimento, è utile capire il funzionamento dell’impianto stesso.

Cosa si intende per sistema radiante a bassa temperatura?

Quando si parla di riscaldamento a pavimento, ci si riferisce quasi sempre all’impianto idronico, ovvero a quello basato su un sistema di tubi posizionati nel pavimento, all’interno dei quali scorre acqua calda a bassa temperatura, riscaldata da una caldaia, da una pompa di calore o da pannelli solari.

Molto più raramente, tuttavia, il riscaldamento radiante a pavimento può essere basato su un sistema di cavi elettrici.
Questo tipo di impianto è ritenuto quasi all’unanimità quello più efficiente da un punto di vista energetico perché, basandosi sull’irraggiamento e su una disposizione dei tubi su tutta la superficie del pavimento, l’acqua può scorrere a temperature relativamente basse, pur assicurando una distribuzione del calore uniforme e adeguata all’intero ambiente interessato.

Riscaldamento a pavimento: quale rivestimento scegliere?

Valutare la trasmittanza, prima ancora di scegliere il materiale per il rivestimento è fondamentale, così come è importante sapere che non esistono rivestimenti da escludere a priori in caso di riscaldamento a pavimento.

Cos’è la trasmittanza termica? Come valutarla?

Va chiarito subito come non ci siano dei veri limiti o delle regole auree nella scelta dei rivestimenti da prediligere per il pavimento che accoglie un impianto radiante, ma è giusto che vengano presi in considerazione alcuni parametri come la resistenza termica, il cui valore deve essere maggiore di 0,15 m2K/W. 

Sotto la lente degli acquirenti finisce, dunque, la trasmittanza, ovvero la facilità con cui un materiale lascia passare il calore.

La trasmittanza termica di un materiale varia a seconda di due fattori:

  • lo spessore: se lo spessore del pavimento è basso, allora sarà alta la conducibilità termica e, quindi, migliore sarà la capacità di trasmettere calore che deriva dal basso. Ad esempio, con una piastrella da 2 cm, il calore impiegherà un’ora a diffondersi nell’ambiente, mentre con una di 10 cm può impiegare anche 3 ore.
  • La conducibilità termica: ovvero la capacità di un materiale di trasmettere il calore agli altri corpi, a parità di spessore.

Questo significa che ancor prima di scegliere il materiale, occorre valutare lo spessore del rivestimento, perché, a parità di conducibilità termica, più esso sarà spesso, minore sarà la sua trasmittanza e, in altre parole, più tempo impiegherà l’impianto a portare l’ambiente a temperatura.

Un’altra variabile da considerare è la dispersione termica dell’edificio: più la struttura disperde calore, più si rende adatto un impianto ad alta inerzia e, quindi, è anche accettabile avere una bassa trasmittanza.

Materiali a confronto per il pavimento di copertura

Una volta compreso il concetto di trasmittanza, vediamo allora, nel concreto, i principali materiali di rivestimento messi a confronto, in tema di riscaldamento radiante.

Anche se, come anticipato, non ci sono regole fisse in fatto di rivestimenti da accoppiare a un impianto di riscaldamento a pavimento, possiamo brevemente mettere a confronto quelli scelti più spesso:

  • Il legno: il primo mito da sfatare riguarda proprio la convinzione, diffusa fino a poco tempo fa, secondo la quale il legno non sia un materiale adatto a questo uso. Niente di più falso! Il legno impiega più tempo a scaldarsi ma rilascia il calore più a lungo quindi, la scelta di un pavimento in legno o in parquet non va assolutamente esclusa.
  • Il gres: al contrario del legno, impiega meno a scaldarsi, ma si raffredda anche più facilmente. Offre una varietà di fantasie, stili e colori sterminata e uno spessore minimo a fronte di una grande robustezza.
  • Il cotto: è il materiale che conduce più calore in natura ed è un prodotto biologico al 100%. L’effetto rustico che restituisce è coerente con le sue proprietà naturali.
  • Marmo/granito: un effetto molto classico, per un materiale noto per la sua alta conducibilità termica, ma anche per lo spessore importante delle sue lastre.

In conclusione, l’impianto radiante a pavimento non pone nessun limite alla scelta del rivestimento, ma occorre sempre ponderare la scelta in base al tipo di impianto (bassa o alta inerzia) e alle caratteristiche dell’edificio sotto il profilo dell’isolamento termico.

Impianto a radiatore o impianto radiante a pavimento? Cosa scegliere in una ristrutturazione?

Se la scelta del riscaldamento a pavimento è indubbiamente la migliore per una casa di nuova costruzione, valutare la strada da intraprendere in caso di ristrutturazione può essere più complesso.

Optare per il riscaldamento a pavimento, che comporta la demolizione del rivestimento e il suo rifacimento, col materiale più indicato, oppure confermare il riscaldamento radiante?

Ecco le situazioni che si possono presentare, con i loro pro e contro:

  • Confermando il riscaldamento a radiatore è possibile scegliere se cambiare il pavimento oppure no. Nel caso si volesse un nuovo pavimento, è possibile scegliere se posarlo su quello preesistente oppure se smantellare quest’ultimo e rifarlo da zero. Se, da una parte, avere la possibilità di non demolire ha un indubbio vantaggio in termini di tempi e costi nell’immediato, dall’altra, rinunciare ad un impianto di riscaldamento efficiente obbliga a precludersi un grande risparmio energetico per gli anni a venire.
  • Optando per la sostituzione dell’impianto tradizionale con quello a pavimento, si è praticamente obbligati a demolire il pavimento, perché applicare i pannelli radianti sul pavimento esistente significherebbe alzare di molto il livello del nuovo calpestabile, con problemi seri di adattamento porte e infissi. Nei casi più estremi, ci potrebbe essere il rischio di ridurre l’altezza media al di sotto del minimo consentito per ottenere l’abitabilità. Smantellare il pavimento per realizzare il nuovo impianto, tuttavia, comporta anche il rifacimento dell’intero impianto elettrico, un problema non da poco.

Ciascuno di questi scenari ha sempre dei pro e dei contro, anche dal punto di vista della sicurezza.

In caso di smantellamento, ad esempio, non vanno sottovalutati i rischi per la sicurezza dell’edificio, specialmente se sotto l’abitazione si trova un’altra unità.

In questo caso, non va escluso che, smantellando completamente il pavimento del piano superiore, la soletta possa danneggiarsi fino a coinvolgere anche il piano sottostante.

Episodi come il distaccamento dell’intonaco del soffitto al piano inferiore sono da mettere in conto e il responsabile è sempre chi ha svolto i lavori.

D’altro canto, posare la nuova pavimentazione su quella esistente comporta un aumento del carico di peso non indifferente sulla struttura.

Riscaldamento radiante in una ristrutturazione: i consigli di Futurhouse 

Nell’ambito di una ristrutturazione, scegliere se conservare il riscaldamento tradizionale o se implementare quello radiante con lo smantellamento del pavimento esistente non è mai facile, così come non lo è la scelta del nuovo rivestimento.

Ecco perché avere al proprio fianco una realtà come Futurhouse è sempre sinonimo di garanzia.

Futurhouse valuta caso per caso il da farsi in ogni ristrutturazione, ma generalmente, quando sussiste l’opportunità di installare un impianto di riscaldamento radiante, procede in questo ordine:

  • Smantella la pavimentazione esistente.
  • Realizza l’impianto a pavimento nuovo.
  • Si interfaccia con gli altri condomini per la gestione di eventuali imprevisti.
  • Installa dei clisti autoportanti. 
  • Aiuta il cliente a scegliere il miglior rivestimento per il nuovo pavimento, in modo tale da rendere massima l’efficienza dell’impianto radiante, considerando la struttura nel suo insieme.

Quella del tipo di riscaldamento da installare e, nel caso di impianto radiante a pavimento, il rivestimento più adatto, sono soltanto due delle tante scelte da compiere quando si decide di ristrutturare casa.

Affidarsi alla guida di un partner affidabile e preparato come Futurhouse è l’unica strada percorribile per essere certi di fare la scelta migliore. 

Se ristrutturare casa rientra nei tuoi piani per il prossimo futuro, contatta Futurhouse: grazie a un’analisi approfondita ti saprà indicare la soluzione che meglio si adatterà alla tua nuova casa e che soddisferà al meglio le esigenze della tua famiglia! 

E se vuoi saperne di più sul nostro metodo, scarica la guida compilando il form di iscrizione qui sotto.

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