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Impianto domotico casa: perché sceglierlo durante una ristrutturazione

03/23/2022

Scegliere un impianto elettrico domotico significa migliorare il comfort in casa, facendo l’occhiolino all’ambiente. Ma cos’è davvero la domotica, quali sono i traguardi che sta raggiungendo e quali sono le false credenze in materia?

Dopo aver compreso a fondo cosa si intende per domotica, occorre chiedersi quando, durante una ristrutturazione, si possa valutare la sua implementazione in casa, anche considerando gli eventuali bonus che rendono questa scelta particolarmente conveniente.

Impianto domotico: di cosa si tratta?

Un impianto di domotica efficienta al massimo i consumi, ad esempio gestendo al meglio il riscaldamento e il raffrescamento della casa, perché è studiato per beneficiare internamente e automaticamente dell’autoregolazione naturale che proviene dall’esterno.

Attenzione, però, perché la vera domotica, quella che guarda al futuro, in questi anni è stata fraintesa: cerchiamo di capire la sua vera essenza e le tipologie di impianti possibili, a seconda delle esigenze del cliente.

Cosa fa la domotica?

La domotica, o automazione domestica, è l’insieme delle tecnologie informatiche ed elettroniche in grado di migliorare la vita quotidiana nelle abitazioni e di garantire funzionalità utili, come il controllo da remoto dei più disparati dispositivi (dal riscaldamento, alle tapparelle) e l’ottimizzazione dei consumi energetici.

Un sistema di domotica, nella sua più completa accezione, permette alla casa di autogestirsi in modo smart, di efficientare i consumi, sfruttando l’energia offerta dalla natura e riducendo la produzione di energia artificiale.

Quindi, le parole chiave per capire a fondo il vero significato di domotica sono: comfort, benessere, controllo, risparmio energetico e comandi smart.

Impianto domotico per la casa: i miti da sfatare

In questi anni, la domotica è entrata prepotentemente nelle case, ma è stata spesso incompresa e confusa con altri concetti, spesso molto più basilari.

Ecco i tre miti da sfatare in fatto di domotica:

  • La domotica è l’automazione di un singolo dispositivo: chi crede che la domotica sia realizzabile semplicemente con dei dispositivi da collegare alla presa elettrica, ad esempio semplicemente per alzare o abbassare una tapparella con un comando, si sbaglia di grosso. È vero, si possono installare prese elettriche comandabili a distanza, ma questa non è domotica: è semplice comodità. 
  • La domotica è complessa: chi crede che un impianto domotico sia un sistema ultra complesso, si sbaglia. Non bisogna immaginare un enorme e intricato quadro elettrico, perché un impianto domotico deve essere più facile da utilizzare di un impianto tradizionale. In pratica, l’impianto domotico non è altro che un sistema interconnesso che comunica con l’impianto di forza e di luce, consentendo di dare comandi, risolvere problemi e controllare dispositivi anche da remoto.
  • La domotica ha costi elevati: in questi anni, è stato creato un finto dogma, secondo cui per realizzare un sistema di domotica si debba per forza spendere molto. Quello domotico, in realtà, come vedremo in seguito, è sempre un impianto su misura: può avere una funzione sola o 100 funzioni, dipende tutto da quello che si vuole automatizzare all’interno alla casa.

Tipologie di domotica

La casa domotica viene anche definita intelligente o smart, proprio perché è in grado di facilitare la vita di chi la abita. Non esiste, però, una sola domotica, ma diversi modi di classificare gli impianti domotici.

Ad ogni modo, parliamo sempre di impianti su misura e, dunque, va anche valutato il livello di intervento che si desidera lasciare all’utente.

In base alla complessità gli impianti si possono distinguere in:

  • Livello basso: impianti che garantiscono un basso livello di automazione, perché riguardano singoli dispositivi. Un esempio sono i motori elettrici per le tapparelle o per i cancelli esterni.
  • Livello medio: impianti costituiti da alcuni dispositivi collegati a una centralina.
  • Livello alto: impianti in cui tutti i dispositivi della casa sono gestiti da un sistema di controllo centralizzato. L’utente, ad esempio, può così leggere i vari valori di consumo in tempo reale, migliorare l’efficienza energetica, destinando l’energia prodotta autonomamente a determinate zone della casa, piuttosto che altre.

A seconda del modo in cui è architettato, un impianto domotico può essere:

  • Centralizzato: ogni dispositivo dipende dalla centralina di controllo che gestisce la programmazione di tutto il sistema. Questo tipo di impianto è più semplice ed economico, sia da installare sia da gestire. Tuttavia, bisogna mettere in conto che, un problema, anche piccolo, nella centralina determina un blocco totale dell’impianto. Altro svantaggio riguarda il numero di dispositivi collegabili a un’unica centralina che, in genere, non supera le 20 unità.
  • Distribuito: tutti i dispositivi funzionano in modo indipendente, anche comunicando tra loro. Si tratta di una scelta meno economica ma più flessibile.
  • Misto: quasi esclusivamente presente nella domotica aziendale, questo tipo di impianto sfrutta i vantaggi di quello centralizzato e di quello distribuito. Un impianto ad architettura mista si configura come un insieme di impianti centralizzati comunicanti tra loro.

Il futuro della domotica

Oggi ci troviamo in un periodo di transizione. Gli ultimi 15 anni sono stati un banco di prova in fatto di domotica.

All’inizio, sono stati prodotti impianti molto grandi e complessi, poco utili al fine dell’efficientamento energetico e difficili da gestire.

L’evoluzione tecnologica ha poi consentito, via via, di concepire impianti migliori, spianando la strada per l’avvento dell’intelligenza artificiale, che sta sempre di più entrando nelle case e che consentirà di inserire programmi dinamici e di autoapprendimento.

Grazie a una semplice “scatola”, l’impianto saprà sempre cosa fare e, in caso di necessità, potrà ricevere comandi vocali. 

Come e quando conviene trasformare l’impianto elettrico in domotico 

La realizzazione di un vero impianto domotico passa necessariamente attraverso un intervento importante. Ad esempio, occorre prevedere delle profonde modifiche all’impianto elettrico: cavi dell’alta tensione, per l’impianto di forza e di luce, e a bassa tensione, per i bus di dati per il trasporto dei segnali di controllo delle varie apparecchiature connesse.

Ma occorre anche installare prese elettriche e centraline intelligenti per il controllo da remoto dei dispositivi da domotizzare. Per questo diventano necessarie modifiche a pareti e/o pavimenti, con la realizzazione di contropareti per il passaggio degli impianti e schermature che impediscano ai liquidi di penetrare.

Ristrutturare scegliendo la domotica

L’operazione in questione non è semplice e richiede l’intervento di una figura specializzata che, per prima cosa, dovrà fare un’analisi sull’impianto esistente e valutare la fattibilità delle modifiche e gli interventi necessari.

Ecco, quindi, che l’installazione di un impianto di domotica in casa, ad esempio può diventare l’occasione per sostituire i pavimenti, aggiungendo, al contempo, un impianto di riscaldamento radiante.

Domotica più conveniente col bonus 

Ancora per tutto il 2022 sarà possibile usufruire del Bonus domotica, ovvero una detrazione IRPEF pari al 65% delle spese sostenute per interventi di building automation, finalizzati al risparmio energetico.

Approfittando di questa agevolazione importante e temporanea, una ristrutturazione completa diventa davvero un’occasione unica e conveniente per inserire la domotica in casa. Inoltre, nella stima di costi e benefici, va sempre considerato il risparmio energetico che la domotica stessa consentirà.

Se sogni una casa sempre più smart ed ecologica, che sia in sintonia con te e con la natura, rivolgiti a Futurhouse: sapremo guidarti verso la tua nuova casa domotica.

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